I FILM IN MOSTRA
CABIRIA
CABIRIA di Giovanni Pastrone, girato in Piemonte nel lontano 1914, è considerato il più grande colossal italiano di tutti i tempi; è la storia travagliata della giovane Cabiria, rapita al tempo delle guerre puniche e, alla fine, salvata dal famoso Maciste. Cabiria posa per Paolo Angelillo come una giovane vestale, intenta a giocare con le sue bambole, proprio sotto la meravigliosa fontana del parco di Villa Pastrone, dove a suo tempo il film fu girato. Nella finzione fotografica però i giochi si ribaltano e Cabiria non è più una vittima innocente, prigioniera di guerra destinata al sacrificio umano, ma una giovane vestale, infallibile guardiana del destino del suo popolo.
CENERENTOLA
CENERENTOLA Nel 1949 Fernando Cerchio girò Cenerentola (film tratto dall'opera lirica di Gioacchino Rossini, liberamente ispirata alla fiaba di Charles Perrault) nelle sontuose sale di Palazzo Reale, là dove Paolo Angelillo ha voluto allestire il suo set fotografico, nell'ambizioso tentativo di raccontare, in un'unica immagine, la storia della servetta Angelina che diventa principessa. I personaggi e gli elementi iconici tratti dall'opera lirica originale ci sono tutti: il patrigno, seduto tra le due sorellastre Clorinda e Tisbe ed il prezioso braccialetto, pegno d’amore tra i due giovani protagonisti della storia. Ma, nel tentativo di attualizzare la scena filmica rappresentata, ecco apparire nella foto alcuni simboli del nostro quotidiano, come i jeans indossati dalla giovane protagonista, intenta a provare la sua scarpetta ed il cellulare, con il quale la sorellastra seduta alle sue spalle gioca annoiata.
LE AMICHE
LE AMICHE Per evocare il film girato a Torino dal regista Michelangelo Antonioni, nel lontano 1955, Paolo Angelillo ha realizzato uno scatto corale, riportando sul suo set fotografico tutti i personaggi che, all’epoca, interpretarono lo storico film. Il risultato raggiunto è quello di un elaborato artistico che ha la velleità di raccontare, in un’unica elegante immagine, il «sentiment» del film; quello della società borghese del tempo, che dietro uno status di apparente benessere, nasconde un profondo disagio, fatto di noia, indifferenza e intensa fragilità.
GUERRA E PACE
GUERRA E PACE In pochi ricordano che il grande colossal del 1956, del regista King Vidor, fu in parte girato a Torino e precisamente nel Castello del Valentino. Ed è proprio nella sala d’onore del prestigioso palazzo torinese che è stato realizzato questo scatto, ricco di particolari, che ci riportano ad un passato tanto glorioso, quanto doloroso; quello della campagna di Russia di inizio secolo Ottocento. I protagonisti, immortalati nella fotografia, sono i due interpreti della dicotomia Guerra e Pace, che Paolo Angelillo ha voluto rappresentare ispirandosi alle drammatiche posture della non meno famosa Pietà del Michelangelo: Pace è una giovane regina vittoriosa, dallo sguardo profondo e altero, rivolto lontano, verso il futuro; tra le sue braccia giace Guerra, soldato inerme, esausto, sconfitto, e noi ci auguriamo per sempre.
THE ITALIAN JOB
THE ITALIAN JOB (UN COLPO ALL’ITALIANA) L’idea di Paolo Angelillo è stata quella di celebrare il famoso film di Peter Collinson girato nel 1969, ambientando il suo scatto fotografico presso Palazzo Madama di Torino, luogo in cui, a suo tempo, fu realizzata una delle sue scene principali. Per rendere tangibile la dinamicità che ne caratterizza la trama, non essendo fattibile utilizzare 3 automobili vere, si è pensato di sostituirle con delle sagome di cartone (costruite e dipinte a mano dall’autore stesso); le stesse sono guidate da altrettanti improbabili ladri che, proprio come nella scena filmica, precipitano dallo scalone Juvarriano. Con questa divertente fotografia si è voluto enfatizzare l’atmosfera tipica dell’action movie anni ‘70, giocando anche sul contrasto tra l’imponenza dell’ambiente ospitante e la goliardica ricostruzione dell’inseguimento tra guardie e ladri.
PROFUMO DI DONNA
PROFUMO DI DONNA Nella foto di Paolo Angelillo si respira la stessa atmosfera tensiva e altamente drammatica che caratterizza tutto il film di Dino Risi girato nel 1974. La cecità del protagonista, prigioniero di un destino fatto di solitudine e frustrazione, è al centro della scena, con tutto il dolore e la rabbia che riesce ad esprimere. L’altra protagonista dello scatto è la femminilità, o meglio, la visione distorta che il protagonista maschile ha della stessa; visione evocata da manichini svestiti, montati alla rovescia, adagiati su un drappo rosso, come la passione. Nell’aria aleggia un profumo intenso, persistente, che seduce il protagonista, per poi abbandonarlo al suo triste destino. Il senso di costrizione è enfatizzato dalla scelta del set fotografico; la fortezza del Mastio della Cittadella di Torino.
PROFONDO ROSSO
PROFONDO ROSSO Quando si parla di horror d’autore il pensiero va al capolavoro di Dario Argento girato nel 1975. Per evocare la pellicola che di fatto ha reso celebre la Torino notturna degli anni ’70, Paolo Angelillo ha realizzato uno scatto che ci riporta all’atmosfera macabra e irreale che caratterizza ogni scena del celebre film. Nella sua foto, la protagonista è immortalata nell’atto di compiere un efferato omicidio con la mannaia, la stessa usata nella scena filmica. Ma come tutti sanno, ogni omicida che si rispetti ha una doppia personalità e quella della nostra assassina emerge dal suo riflesso nello specchio, mentre sfoggia la fatidica collana che decreterà la sua fine.
LA DONNA DELLA DOMENICA
LA DONNA DELLA DOMENICA Per questo classico noir all’italiana tratto dall’omonimo romanzo di Fruttero e Lucentini, Paolo Angelillo ha voluto realizzare uno scatto ispirato al famoso gioco enigmistico del Rebus, la cui soluzione come tutti sanno richiede la ricostruzione di una parola o di una frase, a partire dalla raffigurazione di un determinato contesto. Nella foto, sono presenti tutti i principali protagonisti del famoso film girato da Luigi Comencini nel 1975, insieme ai vari oggetti chiave necessari per giungere alla soluzione dell’enigma: una borsa rossa con al centro una stella marina, un vecchio ventilatore, il cappello dell’assassino e l’insolita arma del delitto: un mortaio col pestello di bronzo. A voi trovarne la soluzione.
SANTA MARADONA
SANTA MARADONA Opera prima del regista Marco Ponti girata nel 2001, che Paolo Angelillo ha voluto celebrare mediante questo coloratissimo e divertente scatto fotografico, che coglie nella sua essenza la filosofia di vita dei tre giovani protagonisti del film. Immortalati nel loro habitat naturale, il bar sotto casa, i tre sono svogliati ed annoiati da una quotidianità che giorno dopo giorno si manifesta priva di reali prospettive. Fortunatamente, per Dolores, Andrea, e Bartolomeo, esiste una via di fuga dal quotidiano; un punto fermo comune, scandito dal ritmo brioso ed ironico del sentimento d’amicizia che lega l’una agli altri.
DOPO MEZZANOTTE
DOPO MEZZANOTTE Paolo Angelillo tenta di evocare l’atmosfera intima ed elegante del film del 2004 con uno scatto fotografico realizzato all’interno della Mole Antonelliana, esattamente nel luogo in cui lo stesso fu a suo tempo girato dal regista Davide Ferrario. Il mood fotografico ruota intorno ad Amanda, dilaniata tra due amori: quello destinato ad una fine violenta, ed il nuovo amore, che prende forma di notte, tra le mura di quella sala un tempo chiamata Amore e Morte, quasi a voler profetizzare il destino dei cuori di quei due ragazzi e della loro amata.
IL DIVO
IL DIVO Film di Paolo Sorrentino del 2008 dedicato alla emblematica figura di Giulio Andreotti; autorevole, garbato, imperturbabile, il divo troneggia dall’alto della sua invidiabile posizione. Lo scatto fotografico di Paolo Angelillo riprende il protagonista seduto in poltrona; al suo fianco la compagna di tutta una vita, severa, affidabile, insostituibile. Insieme assistono al cerimoniale quotidiano; una fila di gente pronta a prostrarsi ai piedi del Senatore a vita, per chiedere un favore o per portare un omaggio. La pomposità dell’atmosfera istituzionale è enfatizzata dalla location scelta per il set fotografico, la stessa dove furono girate alcune delle scene del film: Il salone d’onore del Palazzo della luce di Torino.
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI Come nella definizione matematica, anche i protagonisti del romanzo di Paolo Giordano si possono definire numeri primi gemelli, cioè entità vicine tra loro, ma mai abbastanza da potersi toccare. Ed è proprio questo il concetto che Paolo Angelillo ha voluto rappresentare per celebrare il film di Saverio Costanzo del 2010, tratto dall’omonimo romanzo; la sua è una foto che parla di vuoto esistenziale, di solitudine da colmare, di emotività inespresse. Solo la luce, con la sua forza generatrice ed evocativa, può tentare di colmare quel buio che spesso caratterizza ed inibisce lo sviluppo dell’animo umano.
VENUTO AL MONDO
VENUTO AL MONDO Per lo scatto fotografico dedicato al film del regista Sergio Castellitto girato nel 2012 e tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, Paolo Angelillo si è ispirato alla famosa opera del Caravaggio, La Deposizione di Cristo, nell’intento di celebrare in un’unica immagine colma di personaggi, l’intensa e complessa trama del film, che racconta la storia di un amore travolgente, che si consuma durante la terribile guerra dei Balcani degli anni ‘90. Lo scatto si concentra sulla scena più drammatica, quella dello stupro compiuto dalle milizie serbe, ai danni di una giovane donna. Ma come spesso accade, anche dal male peggiore può nascere un germoglio di speranza: un bambino da crescere e da amare, nonostante la violenza, la guerra e le cicatrici che non smetteranno mai di sanguinare.
BENVENUTO PRESIDENTE
BENVENUTO PRESIDENTE Per celebrare con uno dei suoi scatti artistici la divertente commedia di Riccardo Milani girata nel 2013, Paolo Angelillo ha voluto affidare a Marco Berry il ruolo dell’improbabile Presidente della Repubblica Italiana, interpretato nel film da Claudio Bisio. Presso la Biblioteca dell’Accademia delle Scienze, dove a suo tempo furono girate alcune scene del film, il Presidente, con tanto di cappello dei bersaglieri, sventola impettito il tricolore italiano. Ai suoi piedi una montagna di dossier e documenti, gli stessi che nella finzione filmica, gli permetteranno di portare alla luce complotti, macchinazioni e sotterfugi politici. La sua onestà ed umanità, insieme ad un pizzico di follia, saranno le armi vincenti per conquistare il favore del Paese.
THE KING’S MAN
THE KING’S MAN Per celebrare il lungometraggio diretto da Matthew Vaughn, che contempla alcune scene girate presso la Reggia di Venaria, Paolo Angelillo ha voluto ricreare l’atmosfera di eleganza aristocratica tutta british, che si respira nell’action movie, uscito nelle sale ad inizio del 2022, dedicato alle origini di Kingsman, leggendaria agenzia di intelligence britannica, alla quale sono affidate le sorti del mondo. Il ruolo di protagonista dello scatto fotografico è stato affidato ad un seducente e conturbante giovane uomo, dai tratti asiatici e dall’eleganza impeccabile; adagiato in poltrona, impugna il suo bastone da passeggio, al cui interno è nascosta una pericolosissima arma da taglio.